Il MuSABA di Mammola: Un Viaggio Incantato nell’Arte Contemporanea e nella Tradizione Calabrese

Il MuSABA, acronimo di Parco Museo Santa Barbara, eretto ai confini della
strada statale che conduce a Mammola, un pittoresco borgo in provincia di
Reggio Calabria, gode di rinomanza grazie alla sua inestimabile ricchezza
gastronomica.

Questo suggestivo luogo, affiorato come oasi culturale, fu concepito nei
tumultuosi anni ’60 dall’estro creativo di due visionari artisti, il compianto Nik
Spatari
e sua moglie, la talentuosa Hiske Maas.


Spatari, figlio dell’ Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, ha sviluppato presto il suo linguaggio artistico distintivo, caratterizzato da una fusione di surrealismo, pop art e realismo magico. Le sue opere sono spesso
caratterizzate da una vivace tavolozza di colori, motivi ricorrenti e simbolismo complesso. Una delle caratteristiche più interessanti dell’arte di Spatari è dunque la sua capacità di raccontare storie complesse e suggestive attraverso le sue opere. Ogni pezzo è intriso di simbolismo e significato, invitando lo spettatore a esplorare le profondità dell’immaginazione e della psiche umana. In particolare, l’incontro con alcuni giganti dell’arte contemporanea ha permesso all’artista di ampliare i propri orizzonti pittorici: l’incontro con Picasso ha ispirato la sua audacia nell’esplorare nuove forme espressive e tecniche artistiche, la collaborazione con Le Corbusier ha arricchito il suo approccio alla progettazione spaziale e architettonica e la sua interazione con Jean Cocteau ha alimentato la sua passione per il surrealismo e il simbolismo.

Nik Spatari

Il museo MuSABA emerge come una straordinaria sinergia tra l’arte e la natura, una sorta di tempio dell’estetica in cui l’arte si fonde armoniosamente con il paesaggio circostante, donando ai visitatori un’esperienza visiva e sensoriale ineguagliabile. Questo gioiello architettonico, con le sue opere d’arte disseminate tra gli alberi e i prati, rappresenta monumento all’ingegno umano, una testimonianza tangibile della potenza creativa dell’arte che viene accolta dalla natura.


L’opera intitolata “Il Sogno di Giobbe”, magnificamente accostata per grandiosità alla celebre Cappella Sistina, emerge come una manifestazione di
estasi spirituale assolutamente contemporanea e destabilizzante nell’universo artistico di Spatari. Questo capolavoro, lungo 14 metri, largo 6 e alto 9, si dipana con la sua sontuosa tavolozza di colori vibranti lungo l’intera volta dell’ex abside del Monastero di Santa Barbara, generando uno spettacolo visivo di straordinaria intensità. Le scene bibliche, oniriche e ossessive che permeano l’opera sono il risultato di una rielaborazione diretta dell’inconscio e dei ricordi dell’artista, che attinge dalla sua profonda connessione con antichi fascicoli di una Bibbia illustrata da Gustavo Doré.

Sogno di Giacobbe

L’immaginario di Spatari si fonde così con la tradizione iconografica religiosa, dando vita a una narrazione visiva che sfida le convenzioni e travalica i confini del reale. In questa incredibile rappresentazione, ogni dettaglio è imbevuto di un profondo simbolismo, evocando misteri antichi e verità universali. Le figure bibliche si mescolano con creature oniriche e visioni surreali, creando un universo visivo in cui il sacro e il profano si fondono in una danza intricata di luce e ombra.

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