Giulia Pianelli: da Artefortuna alla Nuova Zelanda

Se qualche anno fa mi avessero detto che un giorno io, Giulia Pianelli, mi sarei trasferita in Nuova Zelanda e avrei trovato un lavoro full time nel mondo dell’arte non ci avrei mai creduto… E invece è proprio quello che è successo!
Su richiesta della cara amica Diana Ellis proverò a raccontare di me e del mio bizzarro percorso tra arte, marketing, e viaggi interminabili.

IL MIO PERCORSO

Sono nata a Venezia ma sono cresciuta in “terraferma”, in un piccolo paesino di provincia, dove sono rimasta fino ai 22 anni. Ho frequentato il Liceo Linguistico, imparando l’inglese, il francese e lo spagnolo, e fino ai 17 anni ero convinta di voler frequentare la Scuola di Interpretariato di Trieste–con l’ambizioso obiettivo di diventare la traduttrice ufficiale della Regina Elisabetta (giuro).
Poi qualcosa è cambiato. Il quarto anno di Superiori ho avuto una professoressa di Storia dell’Arte che mi ha introdotta e appassionata alla materia come mai nessuno aveva fatto. C’è da dire, tuttavia, che il “terreno fertile” c’era: mia madre insegnante di Arte e Immagine alle scuole medie, mio padre pittore amatoriale e con una cospicua collezione di opere. E così, quando all’esame di Maturità mi hanno chiesto quale facoltà avrei iniziato a frequentare a settembre, ho spiazzato tutti rispondendo «Beni Culturali» e ottenendo un diffuso disappunto.

MIART, Milano

L’UNIVERSITÀ

Archeologia sarebbe stata la mia prima scelta ma, per motivi legati alle opportunità lavorative, mi sono iscritta a Economia e Gestione dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari, che mi ha dato delle ottime basi sia di Economia sia di Storia dell’Arte. Nel frattempo, ho fatto diverse esperienze
lavorative: alla Mostra del Cinema di Venezia, al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, e presso la C&H Gallery di Amsterdam. Giunta al terzo e ultimo anno, però, mi sono trovata davanti a un bivio: continuare con la magistrale nello stesso ambito, oppure cambiare percorso? Ancora una volta, ho lasciato che gli sbocchi lavorativi (e l’enorme voglia di andarmene di casa) prendessero la decisione al mio posto.


Mi sono così trasferita a Milano, conscia che come città mi avrebbe offerto delle ottime opportunità, e mi sono iscritta alla magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Anche in questo caso mi sono sempre tenuta impegnata sul piano lavorativo, facendo un tirocinio semestrale presso StuDocu ad Amsterdam, e poi iniziando un part-time a Bending Spoons. Purtroppo, sia gli studi in magistrale sia le esperienze professionali – prevalentemente nell’ambito del Marketing Digitale – mi hanno allontanata dal mondo dell’arte.

Arte Aborigena australiana presso la Tim Melville Gallery

ARTEFORTUNA
Nonostante il cambio di percorso, ho sempre continuato a viaggiare molto e visitare luoghi d’arte e cultura. Dico sempre che il mio più grande pregio è la curiosità, e scoprire nuove culture mi arricchisce l’anima.


Ho sempre adorato scattare foto durante i viaggi fino a che, nel luglio del 2018, in previsione di un viaggio in Grecia, mi sono chiesta: «Che fine faranno tutte queste foto?». Desideravo condividerle e discuterne con gli altri. Ed è così che ho deciso di creare il profilo Instagram di artefortuna. Con il passare del tempo, ho compreso il potere comunicativo dei social media e ho deciso di andare oltre la mera condivisione di immagini. Ho iniziato a parlare apertamente di ciò che più mi appassiona: l’arte, in tutte le sue forme. L’obiettivo è trasmettere questa passione, spingere il pubblico a esplorare nuove culture visitando mostre, musei, gallerie, fondazioni e, ovviamente, viaggiando.


Il nome che ho scelto per questo progetto, artefortuna, è legato al ricordo di mia nonna Livia. Nonna adorava la lirica, e spesso ci trovavamo ad ascoltarla e canticchiarla insieme. Tra le tante, ascoltavamo la famosissima aria Largo al Factotum del Barbiere di Siviglia di Rossini, e io ero solita confondere le parole di Figaro «a te fortuna non mancherà» con «arte e fortuna non mancherà». Oltre a sposarsi perfettamente col tema del mio progetto, artefortuna mi fa sempre sorridere e pensare alla nonna, che non c’è più.

Warlugulong

LAVORO

Come già accennato, ho iniziato a lavorare nel mondo del Marketing Digitale ancor prima di finire la magistrale. Ho continuato a lavorare full time per diverse aziende fino a gennaio 2023, quando ho iniziato la libera professione. Pur mantenendo diversi clienti nell’ambito del Marketing, ho iniziato a collaborare con varie istituzioni culturali. Aver avviato artefortuna, infatti, mi ha permesso di rientrare in contatto con musei, artisti, gallerie, fiere e agenzie stampa – quel famoso “mondo dell’arte” da cui ero stata esclusa a causa delle mie scelte accademiche e lavorative. Ho lavorato principalmente come content creator, ma ho fatto anche varie esperienze come Project Manager indipendente, tra cui la più recente curatela (e allestimento) di una mostra digitale.

COME SONO FINITA IN NUOVA ZELANDA?
Bella domanda! Cercherò di riassumere un po’, perché la storia è lunga. Ho conosciuto Lyle, il mio attuale fidanzato, a ottobre 2019 a Milano. Lui è australiano ma si era trasferito in Italia per studiare Ingegneria Spaziale al Politecnico. Durante il primo lockdown abbiamo iniziato a convivere e non ci siamo più separati. Complice il suo notevole curriculum professionale e accademico, già a ottobre 2021 (due mesi prima della laurea) Lyle aveva ricevuto un’offerta di lavoro dall’azienda dei suoi sogni… in Nuova Zelanda. Abbiamo discusso (e pianto) tanto e alla fine ho supportato la sua scelta di accettare, nonostante comportasse il suo trasferimento dall’altra parte del mondo. Io ancora non ero pronta a trasferirmi così “a scatola chiusa”, non essendo neanche mai uscita dall’Europa prima di allora. Quindi abbiamo iniziato una storia molto a distanza che è durata per ben due anni.

Museo di Auckland

In questo periodo io sono riuscita ad andare a trovarlo tre volte, due delle quali sono rimasta per un paio di mesi (che bello poter lavorare da remoto!). Ho conosciuto la Nuova Zelanda e me ne sono innamorata. In particolare, visitare Australia e Aotearoa (nome Māori della NZ) mi ha fatto scoprire l’Arte Indigena. Dopo aver visitato svariati musei in entrambi i Paesi, letto libri e frequentato corsi online, ho finalmente chiaro “cosa voglio fare da grande”: aprire una galleria d’arte in Europa che dia agli artisti Aborigeni e Māori lo spazio che meritano nel vecchio continente. Per inseguire questo sogno, è inevitabile dover trascorrere almeno qualche anno in Oceania, per imparare, conoscere, ed entrare nel network. Insieme a Lyle, quindi, abbiamo iniziato tutte le lunghissime pratiche per farmi ottenere un visto da partner che mi permettesse non solo di raggiungerlo, ma di vivere, lavorare e studiare in Nuova Zelanda. Ed è così che il 7 febbraio 2024 sono arrivata ad Auckland!

Museo di Auckland

COSA FACCIO IN NUOVA ZELANDA?
Inizialmente ho continuato a lavorare come freelancer e mi sono iscritta a un corso presso un centro d’arte qui in città. Sto ancora aspettando che un altro tipo di visto venga approvato, in modo da poter iniziare un Dottorato di Ricerca in Indigenous Studies. Nel frattempo, però, mi è arrivata un’offerta di lavoro full time come Marketing Coordinator presso TeTuhi, un importante hub di arte contemporanea qui ad Auckland, che ho accettato con immenso piacere. Continuerò comunque a tenere aggiornate le pagine social e il blog di Artefortuna e a portare avanti altri progetti personali che potete seguire sul mio sito di Art Project Management.

Vorrei concludere con una frase di mia invenzione a cui sono molto affezionata: «Se è vero che “il lavoro nobilita l’uomo”, è altrettanto vero che la cultura è ciò che lo rende libero»

Ringrazio di cuore Diana per avermi regalato questo piccolo spazio all’interno dello splendido progetto Astarte!


Giulia Pianelli

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