Ho conosciuto l’artista Cristiano alla collettiva “Summer Storm, Espressioni Emergenti: oltre
i confini dell’Accademia” presso la galleria Giovanni Bonelli di Milano, 2023.
Quando ha avuto inizio il tuo processo creativo?
«Ho iniziato a dipingere al Liceo, quando avevo 15 anni. Col tempo, passato all’Accademia di Brera, ho cominciato a selezionare e comprendere ciò che è di mio interesse in un
quadro»
I dipinti di Cristiano Pizzi sono tratti da celebri storie occidentali, conosciute appunto già dall’immaginario collettivo. I soggetti all’interno delle opere non sono necessariamente tra loro in sequenza, per evitare di suggerirne interpretazioni e lasciare spazio allo sguardo di chi osserva.
Cosa rappresenta per te la storia che si cela dietro l’ispirazione dei dipinti?
«Mi piace giocare con gli aspetti irrilevanti dei racconti, che pongo ironicamente al centro dell’attenzione»
«La storia è per me un innesco narrativo, non è la motivazione che mi spinge a dipingere.
Ciò che mi interessa da un punto di vista teorico è poter riflettere, giocare, proporre surreali alternative di tali eventi, di cui tutti hanno sentito parlare, ma che nei fatti sono generalmente sconosciuti»
Lo sguardo dell’artista è concentrato su molteplici piani, dalla possibilità di poter accostare l’esecuzione pittorica, al racconto che si cela dietro il processo creativo. I dipinti più recenti prendono spunto dalla famosa tragedia di William Shakespeare “Amleto”, che fu scritta probabilmente tra il 1600 e l’estate del 1602. L’artista parte dall’incipit dell’opera teatrale, usando come pretesto scenico le giovani e marginali guardie che aprono l’opera: Marcello, Bernardo e Francisco, in relazione al resto del testo.
La pittura e i protagonisti delle opere descrivono l’immaterialità del tempo?
«L’Amleto di Shakespeare è un arricchimento e rilettura di un testo medievale, che funge da grande archivio di antiche leggende danesi, a loro volta provenienti da oriente. In ogni epoca queste trame trovano modo di rifarsi vive e prendere corpo, che siano negli istanti cruciali dell’esistenza o nell’ordinarietà di un paio di scarpe, del nostro quotidiano»
Hai utilizzato altri personaggi storici come innesco creativo?
«Circa tre anni fa lavorai su una serie di quadri riguardanti un giovane Napoleone che va al cinema a vedere un film da me inventato: “Waterloo Mon Amour” di cui ho fatto anche un’animazione. Ho ripreso il titolo dell’iconico film di Resnais “Hiroshima Mon Amour”. È l’anacronismo di Napoleone che va al cinema a vedere un film, su sé stesso, che rappresenta in fondo la fine della sua vita»
Cosa ti ispira del passato e che riproduci nella contemporaneità del nostro tempo?
«Esistono tante realtà coeve, il momento storico che affrontiamo ci permette di vedere, conoscere e confrontare più epoche allo stesso modo. Mi interessa la circolarità del classico, di fatti, sentimenti di tempi molto lontani che risultano essere estremamente attuali, poiché la motivazione che muove l’esistenza umana è la stessa in ogni momento. Ad ogni evento ne sorge un altro, senza necessariamente un nesso lineare, sta alla sensibilità nostra poterne riconoscere eventuali potenzialità»
Come definiresti la tua tecnica pittorica?
«Dipingo in una maniera estremamente acquosa, con tempere e oli ad acqua. Le figure sono visibili solo dopo vari passaggi tonali e mostrano nel risultato finale l’insieme delle velature. Amo la pittura diluita poiché è priva della pesantezza della materia. Il supporto che prediligo è la tela grezza, perché capace di assorbire ripetutamente il colore. Per progettare l’opera su tela, disegno molto, utilizzo una carta leggera che mi permette di fare diversi passaggi cromatici»
Cosa significa essere un artista?
«Non esiste una maniera sola, una strategia particolare per diventare artisti. L’arte e la pittura si nutrono proprio della molteplicità degli sguardi, dei modi di essere, dei tipi di fisici esistenti. Possiamo riconoscere che dallo sguardo rivolto al cielo da qualunque uomo di ogni tempo, possono ancora nascere capolavori in grado, proprio perché originali, di riepilogare i propri predecessori»
Cristiano Pizzi (1999, Legnano) vive e lavora a Milano. Ha conseguito il Diploma di secondo livello in Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Nel 2022 partecipa a
“Sguardi II” mostra collettiva in due sedi, rispettivamente presso la galleria Lorenzelli Arte, Milano e Frankfurter Westend Galerie, Francoforte. Nel 2023 partecipa alla collettiva “Mirabilis” presso Palazzo Meravigli e, “Summer Storm – Espressioni Emergenti: oltre i confini dell’Accademia” presso la galleria Giovanni Bonelli, Milano.