Ho visto le tue opere d’arte e ho notato i lavori sul denim, com’è nata la scelta di questo supporto?
«Affascinato dal lavoro manuale, ho iniziato diversi anni fa con grandi tele astratte in acrilico e resina, successivamente sono passato alla lavorazione del legno con il tornio e alla lavorazione del ferro. Improvvisamente c’è stata la folgorazione per il jeans per la creazione di opere d’arte: credo mi abbia affascinato la sua storia e le sue caratteristiche uniche»
Come pensi sia avvenuto il passaggio dall’astratto al figurativo delle tele su denim?
«Nelle mie tele astratte c’è sempre stato un richiamo al tessuto, alla trama, a volte molto ingrandita e altre volte impercettibile, mi affascina pensare che dentro ognuno di noi ci sia qualcosa di non visibile ma che fa parte del nostro tessuto. Sotto la nostra corazza esteriore abbiamo il nostro vero “Io” con pregi e difetti, che spesso nemmeno noi sappiamo di avere. Le trame umane vengono fuori in certe circostanze e magari per un trauma o una difficoltà scopriamo una forza interiore inaspettata. Con il denim questo concetto rende bene perché il jeans è più bello quando è più vissuto: l’idea è quella di portare fuori dal grezzo quello che di bello e di sommerso c’è dentro di noi»
In che modo riesci a creare l’immagine sul tessuto del jeans?
«La tecnica è nata dall’azione del dipingere e dello scolpire con il tornio il legno. Con il tornio si vanno a togliere velocemente strati molto sottili di legno, fino al raggiungimento della forma. Ho immaginato l’abrasione sul jeans per togliere strato sulla tela, asportando strati di denim fino a liberare i visi e le espressioni. Per creare le sfumature utilizzo la carta abrasiva e per formare i dettagli uso anche altri strumenti. Questa tecnica non perdona gli errori e se si sbaglia difficilmente il materiale è recuperabile: per me rappresenta una bella metafora della vita»
Qual è il percorso personale che ti ha ispirato per la creazione artistica?
«Tutto nella vita mi ha arricchito. La bellezza è di riuscire a trovare l’equilibrio tra le contrapposizioni delle cose. Ho frequentato studi tecnici e poi mi sono laureato in medicina, conosco molto bene l’anatomia, questo processo mi è servito per portare la parte figurativa sulle tele e per evidenziare un altro contrasto: tra la parte teorica e la parte pratica, ho compreso che le diversità sono fondamentali insieme per lo sviluppo creativo»
Inconsciamente cosa rappresentano le figure femminili delle tue opere?
«Le figure femminili cercano di catturare alcune espressioni dei volti che vediamo sui social. Dal mio punto di vista, l’arte deve rappresentare lo specchio di ciò che viviamo oggi e, l’immagine della donna ha il potere di evocare meglio la descrizione della società in cui viviamo. L’uomo per certi versi ha dei limiti, cambia di meno la sua posizione nel tempo, mentre la donna ha una maggiore sensibilità nel far emergere tutte le sfaccettature e le sfumature della vita, è il fulcro»
Cosa hai realizzato con la tecnica della lavorazione del legno?
«Sono appassionato della lavorazione del legno con il tornio. Ho realizzato grandi sfere di legno, grandi scacchi e palloncini. Lascio il colore del legno naturale, applico la resina e il lucido trasparente cosicché si possano vedere le venature del materiale»
Qual è la tua ricerca artistica che si cela dietro l’azione del fare arte?
«Amo rappresentare i contrasti che emergono nella nostra società. Il concetto di “istantaneo” arrivato con i social, si riscontra sulle mie tele con l’usura creata dagli strappi del denim, che evidenziano il passaggio inesorabile del tempo. L’immagine perfetta che vogliamo mostrare sui social lascia inevitabilmente intravedere le nostre emozioni che si materializza attraverso lo strappo del tessuto. Il contrasto si palesa anche tra l’immagine perfetta che vogliamo dare di noi stessi e le fragilità che nascondiamo e, questo spesso si percepisce nelle pagine dei social, che facciamo scorrere velocemente tutti i giorni sui nostri smartphone»
Un ringraziamento speciale all’artista Matteo Scabbiolo, che ci ha descritto in modo così esaustivo il suo lavoro artistico. Matteo Scabbiolo vive e lavora a Genova.