Le angurie di Frida Kahlo: l’ultimo dipinto della pittrice  messicana

Frida Kahlo lascia dietro di sé un’eredità artistica che permea ancora oggi il mondo dell’arte con la sua forza evocativa e la sua profondità emotiva. La sua morte fu il culmine di una vita caratterizzata da una lotta costante contro il dolore fisico e le avversità, oltre che da una straordinaria espressione di creatività e passione.

Le circostanze esatte della sua dipartita rimangono oggetto di dibattito, tuttavia, si ritiene comunemente che le cause principali siano state legate a una serie di problemi di salute derivati dalle gravi lesioni subite in un incidente d’auto avvenuto nel 1925. Queste lesioni, oltre a provocare dolore cronico e limitazioni fisiche, avevano reso necessari numerosi interventi chirurgici e trattamenti medici che segnarono la sua esistenza. Inoltre, Frida dovette affrontare altre avversità fisiche, tra cui le conseguenze della poliomielite contratta in giovane età, che contribuirono ad aggravare il suo stato di salute già precario. Il suo percorso artistico e personale fu spesso caratterizzato da periodi di depressione e ansia, ulteriormente complicati dalle sfide fisiche che dovette superare.

Prima di morire, la pittrice messicana dipinse “Viva la Vida, Watermelons” (1954), un’opera d’arte iconica che assume un significato particolarmente profondo. Quest’opera rappresenta, infatti,  non solo l’apice della sua abilità artistica, ma anche una meditazione sulla vita, sulla morte e sulla sua identità culturale messicana. Nel dipinto, Kahlo ci presenta una natura morta insolita e potente, con angurie disposte su uno sfondo scuro. Le angurie, con la loro carne rossa succosa e il verde brillante della loro buccia, dominano lo spazio visivo, attirando lo sguardo dello spettatore. La scelta di raffigurare angurie può sembrare ordinaria, ma nel contesto della vita e dell’opera di Kahlo, assume un significato più profondo. Essendo uno dei suoi ultimi lavori, “Viva la Vida, Watermelons” può essere interpretato come una riflessione sulla natura fugace della vita e sulla sua stessa mortalità. Le angurie, con la loro breve durata e la loro inevitabile decadenza, simboleggiano la transitorietà dell’esistenza umana, non a caso, sono uno dei cibi più scelti come offerta durante il Dia de los Muertos.  

Il Dia de los Muertos, o Giorno dei Morti messicano, costituisce un evento centrale nella tradizione culturale del Messico, un momento sacro in cui si onora la memoria dei defunti. Kahlo, essendo profondamente radicata nella cultura e nelle tradizioni messicane, potrebbe aver scelto i cocomeri come soggetto per il loro ricco valore simbolico in relazione a questa festività. I cocomeri, in virtù della loro abbondante presenza durante l’autunno messicano, coincidente con il periodo del Dia de los Muertos, si configurano come emblemi naturali di fertilità e vitalità. La loro vivace colorazione rossa evoca non solo la ricchezza della terra e l’abbondanza della natura, ma anche il simbolismo del sangue e della vita stessa, concetti intimamente connessi alla commemorazione dei defunti nel contesto della festività. Inoltre, nell’ambito delle celebrazioni del Dia de los Muertos, i cocomeri hanno un ruolo significativo nelle offerte tributate agli antenati. Gli altari commemorativi, adornati con oggetti che evocano la vita e i gusti dei defunti, ospitano spesso anche i cocomeri, i quali, con la loro dolcezza e freschezza, divengono un omaggio simbolico e un’espressione tangibile dell’affetto e del rispetto per coloro che non sono più fisicamente presenti.

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