Robert Gober e l’influenza di Jeff Koons

Robert Gober, nato il 12 settembre 1954 a Wallingford, Connecticut, è un artista contemporaneo americano di grande rilievo. La sua opera, che spazia dalla scultura alla pittura, alla fotografia e all’installazione, è ammirata per la sua profondità e complessità. Gober è particolarmente noto per le sue sculture di oggetti domestici, che sfidano la percezione dello spettatore e sollevano domande sulla natura dell’arte e della realtà.

Dopo aver studiato presso la Tyler School of Art della Temple University a Filadelfia dove ha conseguito un Bachelor of Fine Arts nel 1976, ha frequentato il Skowhegan School of Painting and Sculpture nel Maine, che gli ha permesso di affinare le sue abilità artistiche. Durante gli anni ’80, l’artista statunitense ha lavorato come assistente di Jeff Koons:

Koons ha, infatti, realizzato diverse sculture di oggetti comuni come palloncini, giocattoli e oggetti domestici, utilizzando spesso materiali non tradizionali come il vetro e l’acciaio inossidabile. Queste opere, che sembravano reali ma erano in realtà finte, sfidavano la percezione dello spettatore e sollevavano domande sulla natura dell’arte e della realtà: basti pensare alla scultura “Rabbit” (1986), composta di acciaio inossidabile e rappresentante un coniglio gonfiabile.

A partire dai primissimi anni del 2000, Koons porta con “Popeye” la tecnica del collage dalla pittura alla scultura, creando installazioni che combinano calchi in alluminio di giocattoli gonfiabili con oggetti come pentole o sedie. Queste opere, come “Monkeys (Chair)” (2003), “Lobster” (2003) venivano appese al soffitto tramite delle catene.

Le prime opere di Gober erano sculture di oggetti domestici come lavandini, letti e mobili, spesso realizzati in gesso e dipinti a mano. Queste opere, che sembravano reali ma erano in realtà finte, sfidavano la percezione dello spettatore e sollevavano domande sulla natura dell’arte e della realtà. Negli anni ’90, Gober ha iniziato a esplorare temi legati alla sessualità e all’identità, creando opere che affrontavano questioni come l’omosessualità, la discriminazione e la violenza. Una delle sue opere più famose è “Untitled (Leg)” del 1989-1990, una scultura di una gamba umana amputata che emerge da un muro. Questa opera è stata interpretata come una rappresentazione della discriminazione contro gli omosessuali e della violenza contro di loro.

Alla serie “Celebrations” appartiene anche l’inusuale “Short Haired Cheese”, realizzata tra il 1992 e il 1993; in questa scultura, una fetta di formaggio sembra essere stata trasformata in un oggetto straordinario, poiché ha acquisito una patina di sottili peli umani.

Gober ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il Premio Skowhegan Medal for Sculpture nel 1997 e il Premio Roswitha Haftmann nel 2005. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui il Museum of Modern Art di New York e il Whitney Museum of American Art. Ha inoltre partecipato a numerose mostre internazionali, tra cui cinque Biennali di Whitney e cinque Biennali di Venezia, tra cui la Biennale del 2001, dove ha rappresentato gli Stati Uniti.

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