La noia di Angelina Mango: i disegni che non prendono vita

Angelina Mango, cantautrice italiana che ieri, durante la prima serata del Festival di Sanremo, ha solcato il palco dell’Ariston, ha conquistato il secondo posto in classifica in seguito alle votazioni dei giornalisti della sala Stampa. Il suo brano, intitolato “La noia” che vede il contributo di Madame e Dardust, ci ha colpiti sin dai primissimi versi.

L’autrice canta:

“Quanti disegni ho fatto, rimango qui e li guardo, nessuno prende vita, questa pagina è pigra”


Questi versi sembrano suggerire una tematica cara a tutti gli artisti: l’insoddisfazione che giunge in seguito alla conclusione del proprio lavoro artistico. Le parole evocano una sensazione di malinconica contemplazione artistica. Angelina, immersa nel proprio atto creativo, lamenta il mancato risveglio della sua opera. La pagina, personificata come “pigra”, si erge come una testimonianza di inattività, un palcoscenico su cui le idee riposano inerte. Il termine “nessuno”, utilizzato con sfumature di desolazione, denota una mancanza di vita o vitalità nell’opera dell’artista, suggerendo una solitudine nel processo creativo. Questi versi rappresentano una testimonianza di un momento di introspezione artistica, un’occasione per l’autrice di cercare nuove fonti di ispirazione e di rinnovare il proprio approccio all’arte.

Quante volte capita anche ai migliori di ritrovarsi a guardare la propria arte e paradossalmente a non sentirsi soddisfatti, quasi come se quel principio primo che è l’ispirazione rimanesse intrappolato in una tecnica stagna e ripetitiva; quante volte l’impressione di aver svolto un “compitino” sorge nella mente dei creatori?


“E mi hanno detto che la vita è preziosa, io la indosso a testa alta sul collo, la mia collana non ha perle di saggezza, a me hanno dato le perline colorate per le bimbe incasinate con i traumi da snodare piano piano con l’età. Eppure sto una pasqua, guarda, zero drammi, quasi quasi cambio di nuovo città, che a stare ferma a me mi viene, a me mi viene la noia”


Il testo trasuda sarcasmo e autoironia, dipingendo un quadro di una vita che apparentemente non corrisponde alle aspettative degli altri. La figlia d’arte, sembra essere consapevole delle convenzioni sociali che attribuiscono valore alla vita, ma contrappone questa percezione con la propria esperienza personale. La “collana” metaforica dell’autrice, priva delle “perle di saggezza” tradizionali, rappresenta una vita vissuta al di fuori dei canoni convenzionali.
Invece di essere guidata da norme sociali rigide o dalla ricerca di saggezza, Angelina abbraccia la sua unicità e accetta le “perline colorate”, simbolo della complessità e dell’imprevedibilità dell’esistenza umana. Nonostante possa sembrare che la vita di un autore sia priva di drammi o turbamenti significativi, emerge una sottile insoddisfazione o inquietudine, evidenziata dal desiderio di cambiare città. La noia, infine, si insinua come un sentimento pervasivo, suggerendo una monotonia o una mancanza di stimoli che si cerca di evadere, quasi come la “la noia borghese” citata dai grandi strittori del ‘900.

Angelina Mango porta sul palco di Sanremo il tema dell’immagine di un’artista che deve necessariamente soffrire per essere credibile, come se la felicità non fosse contemplata nel bagaglio di emozioni di una persona creativa:


“Quanta gente nelle cose vede il male, viiene voglia di scappare come iniziano a parlare e vorrei dirgli che sto bene, ma poi mi guardano male, allora dico che è difficile campare”


Osserva con disincanto come molte persone tendano a interpretare le situazioni in modo negativo, vedendo il male anche nelle cose più semplici; questa osservazione genera in loro un desiderio di allontanarsi, di fuggire dalla negatività circostante. Tuttavia, quando cercano di comunicare il proprio stato d’animo positivo, incontrano sguardi di sospetto o disapprovazione da parte degli altri, costringendoli a mascherare la propria realtà per adattarsi alle aspettative sociali.


L’ultima frase “Allora dico che è difficile campare”, suggerisce dunque una sorta di compromesso, una rinuncia a esprimere la propria verità per evitare giudizi o conflitti. Viene proposta una grandissima riflessione sull’interazione umana e sulla difficoltà di comunicare sinceramente le proprie emozioni in un contesto sociale che spesso privilegia l’interpretazione negativa e il conformismo.


La noia, quindi, non si presenta solo come una mancanza di stimoli esterni, ma anche come l’inevitabile conseguenza della frustrazione e dell’isolamento che derivano dalla mancanza di comprensione e accettazione da parte degli altri.

Signore e signori, il dramma degli artisti è portato in scena.

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