Vito Pietroburgo è un artista italiano che vive e lavora a Barcellona, presso il meraviglioso studio artistico 2Walls. Il lavoro dell’artista ha avuto un inizio intrigante nel mondo dell’arte, formandosi presso l’Art Students League of New York nel 2001. Il suo periodo a Brooklyn, in particolare, è stato un momento significativo in cui ha potuto connettersi con artisti di fama internazionale, esporre la sua arte in una mostra personale e partecipare a eventi come la fiera AAF NYC presso la Galleria Galou.
La sua dedizione alla ricerca del colore e della forma lo ha portato verso la pittura astratta, un territorio artistico che richiede una grande esplorazione e sperimentazione. Questa immersione nella pittura astratta gli ha permesso di esplorare l’emozione, la composizione e la comunicazione visiva in modi nuovi e innovativi.
Il suo impegno nella pittura astratta ha influenzato la sua evoluzione artistica e ha contribuito a definire la sua visione successiva e la sua tecnica. L’esplorazione iniziale del colore e della forma attraverso la pittura astratta ha determinato un’evoluzione continua e, alla creazione di opere d’arte dove c’è stato un annullamento graduale e totale del colore.
Il suo fare artistico è diversificato con l’utilizzo di diversi strumenti di rappresentazione, dalla pittura acrilica su carta, tele di gradi dimensioni, video istallazioni e un concetto alle spalle che ha portato alla realizzazione del suo ultimo lavoro molto complesso e significativo: “Arqueologia Inventada”.
Il progetto “Arqueologia Inventada” nasce tra le Canarie e Barcellona, la sua descrizione evoca un mondo artistico che mescola abilmente elementi di realismo astratto con un tocco onirico e immaginativo.
Il concetto di creare reperti archeologici di una civiltà totalmente inventata, utilizzando texture e forme ispirate alla pietra vulcanica, è suggestivo; questo approccio sembra mescolare la realtà con la fantasia, creando un ponte tra un mondo conosciuto e uno immaginato.
L’uso dei colori con tratti ben delineati, immergendosi nel bianco del supporto, sembra creare un contrasto visivo affascinante. La tecnica dà vita a un’immagine che sfugge alla realtà, dando l’impressione di ritagli di foto, manipolazioni digitali o addirittura opere scultoree primordiali.
L’ambiguità dell’immagine e la sua evocazione di una matericità primordiale sembrano creare uno spazio dove la percezione dell’osservatore può viaggiare tra il reale e l’immaginario, aprendo porte a diverse interpretazioni e sensazioni. Il progetto artistico è molto stimolante e concettuale, che trasporta gli spettatori in un viaggio affascinante attraverso un mondo immaginato e, al contempo, familiare.
L’approccio dell’artista Vito Pietroburgo nell’interpretare i reperti ritrovati come metafore della memoria e, come echi del suo inconscio aggiunge un livello intrigante, offrendo uno spazio di riflessione più profonda sulla natura della verità e della falsità all’interno di questa civiltà immaginaria.
La sintesi narrativa che emerge da questi reperti, ciascuno portatore di frammenti della “civiltà inesistente“, rappresenta una sorta di specchio delle interpretazioni individuali sulla realtà e sulla costruzione della verità stessa. La progettazione è costituita in diverse fasi e con diverse tecniche di realizzazione: pittura, installazione, fotografia e video, consentendo l’immersione in uno scenario completo e sensoriale per lo spettatore che esplorerà un approccio multi-dimensionale, arricchito da aspetti visivi, tattili e narrativi della contemplazione artistica.
La realizzazione del progetto “Arqueologia inventada” è in corso e arriverà a compimento entro il 2024, siamo davvero curiosi di vedere come evolverà e come verranno integrati i vari elementi artistici per creare un’esperienza coinvolgente e ricca di significati per il pubblico.
